Essere reclusi in casa da molti giorni causa enormi difficoltà. E questo è ancora più sfidante per chi già soffre d’ansia e depressione. Ecco alcune strategie utili per chi vuole limitare i danni dovuti all’isolamento ricorrendo all’aiuto della tecnologia.
L’isolamento imposto dalle misure per contrastare la diffusione del nuovo coronavirus ci impongono un cambiamento improvviso e radicale delle nostre abitudini che mette a dura prova l’umore e il benessere psicologico.
L’isolamento mette a dura prova tutti, ma ancor di più chi soffre di ansia, depressione, ipocondria o altri disturbi psicologici.
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È un dato di fatto che rimanere chiusi in casa amplifica i pensieri, le sensazioni e le emozioni negative.
Per esempio le persone che soffrono di depressione tendono già di per sé al ritiro e l’isolamento tende a confermare i pensieri negativi che connotavano già prima le loro giornate.
Concretamente quello che succede è che chi soffre di depressione in questo momento veda confermati quei pensieri catastrofici che prima immaginava solamente.
Generalmente in psicoterapia viene prescritto, a chi soffre di depressione o di altri disturbi psicologici, di relazionarsi e d’interagire maggiormente con gli altri. Nella condizione di isolamento in cui siamo costretti questa prescrizione può essere difficilmente adottata.
L’isolamento ha un peso notevole anche per chi soffre d’ansia, che viene sovrastato da dubbi, timori e angosce. Le persone ansiose vivono costantemente in una situazione di allerta e sono costantemente alla ricerca di prove che possano confermare i loro timori e aumentare la soglia di vigilanza e allerta (“se temo di aver contratto il virus starò attento a cogliere ogni minimo pizzicore alla gola”), e ciò può portare a sviluppare degli attacchi di panico.
L’isolamento può essere vissuto diversamente invece da chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo da contaminazione (DOC da contaminazione). Essendo costretti a rimanere a casa, utilizzare la mascherina e dovendo disinfettare tutto, chi soffre di un disturbo ossessivo compulsivo, oltre ad osservare perfettamente queste “semplici” regole, si trova in questo momento nella sua zona di comfort, perché i suoi comportamenti ossessivi vengono normalizzati e trova un maggior consenso da parte degli altri.
Gestire il tempo che si trascorre a casa per chi soffre d’ansia o depressione è complicato. Alcune semplici raccomandazioni possono essere molto utili.
La prima raccomandazione è di limitare il tempo da dedicare alle notizie. Per le persone ansiose esporsi continuamente a queste informazioni non fa altro che aumentare il livello d’ansia e preoccupazione, specialmente se si guarda la televisione che rimanda costantemente le immagini allarmanti del contagio.
Invece, si può scegliere un orario specifico, per un tempo limitato, per aggiornarsi sulle ultime notizie, in modo da ridurre le preoccupazioni e riuscire a gestire l’ansia.
In questo periodo d’isolamento forzato è utile provare ad organizzare le proprie giornate, dedicandosi alla cura e all’igiene personale (ad esempio lavarsi, indossare abiti puliti e pettinarsi ogni giorno), e mantenere una routine quotidiana (ad esempio mantenere regolari gli orari di risveglio e riposo). In questo momento è utile coltivare i rapporti con gli amici e i familiari, anche se a distanza. Informarsi su come i familiari stanno affrontando la situazione offre innumerevoli vantaggi. Questo comportamento ci fa sentire meno soli e ci incoraggia ad andare avanti.
Come sottolineano molti nutrizionisti, in questo periodo, è necessario mantenere uno stile di vita sano, alimentandosi in maniera salutare e praticando un po’ di attività fisica in casa (lo sport stimola il rilascio delle endorfine, sostanze che inducono una sensazione di benessere e riducono l’ansia e lo stress).
Di seguito riporto lo schema dell’intervento cognitivo comportamentale (articolo pubblicato dal Giornale online di psicologia, psicoterapia, neuroscienze e psichiatria), per aiutare le persone a gestire emozioni e comportamenti disfunzionali derivanti dal restare a casa.
Fonte: Infografica realizzata dall’ Istituto REBT Studi Cognitivi
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2020/03/abc-covid19-restare-a-casa/
Chi soffre d’ansia e depressione non deve sentirsi solo. Può continuare ad avere contatti con il suo terapeuta attraverso l’ausilio della tecnologia, con Skype o Zoom.
Oggi che siamo costretti da questa emergenza a rimanere a casa non dimentichiamo l’importanza della salute psicologica. I pazienti non devono sentirsi soli!
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