Ti senti stanca sin dal mattino all’idea di dover affrontare un altro giorno di lavoro?
Ti senti esaurita dopo una giornata di lavoro a contatto con le persone?
Ti sembra che lavorare tutto il giorno con la gente ti pesi?
Forse sei vittima del burnout. In italiano si può tradurre come “bruciato, scoppiato, esaurito”.
Introdotto in America negli anni ’70.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce il burnout come fenomeno occupazionale e lo include nell’undicesima revisione della Classificazione Internazionale delle malattie (28 Maggio 2019 – OMS, ICD-11).
È una forma particolare di stress lavorativo che fa sentire chi ne è colpito senza via d’uscita, in cui si osserva un rapido decadimento delle risorse psicofisiche e un altrettanto rapido peggioramento delle prestazioni professionali.
Definito come una condizione di esaurimento fisico ed emotivo, riscontrata tra gli operatori delle helping profession, determinata dalla tensione emotiva cronica creata dal contatto e dall’impegno continuo ed intenso con le persone, i loro problemi e le loro sofferenze (Freudenberg, 1974).
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è la prima reazione allo stress correlato al lavoro o ai cambiamenti significativi. Quando la persona si rende conto di aver oltrepassato il limite comincia a sentirsi emotivamente svuotata e annullata dal proprio lavoro, sente di aver esaurito le risorse e di aver perso l’energia per far fronte ai cambiamenti.
questa reazione costituisce il tentativo di proteggersi dalla sofferenza. Per ridurre il proprio coinvolgimento emotivo nel lavoro la persona assume un atteggiamento che denota insensibilità, disinteresse, distacco e rifiuto (comportamenti negativi e sgarbati) nei confronti di coloro che richiedono la prestazione professionale, la cura (sento di essere diventato più freddo verso la gente da quando svolgo questo lavoro). Un atteggiamento di questo tipo compromette il benessere personale e la capacità di lavorare.
l’inefficienza sul lavoro accresce la sensazione di un’ipotetica inadeguatezza circa le proprie capacità, determina una caduta dell’autostima e alimenta il sentimento di insuccesso nel lavoro (non sono bravo, non sono capace).
La sintomatologia é varia e dimostra la molteplicitá degli aspetti problematici del burnout, infatti a disagi di tipo fisico si affiancano disturbi di tipo psicologico. I sintomi richiamano i disturbi dello spettro ansioso-depressivo, e sottolineano la particolare tendenza alla somatizzazione e allo sviluppo di disturbi comportamentali.
Tale situazione di disagio molto spesso porta il soggetto ad abusare di alcool, di psicofarmaci o fumo.
Uno dei problemi del burnout è che spesso gli operatori stessi non riconoscono di essere in una situazione problematica.
L’aiuto maggiormente efficace per la singola persona è sicuramente un intervento da parte di un professionista competente in materia che possa fornire strumenti cognitivi, favorire una maggiore comprensione/consapevolezza del problema, aiutare a comprendere le relazioni esistenti tra il comportamento personale, il proprio vissuto ed il contesto di vita e lavorativo, modificare il proprio comportamento e i propri atteggiamenti.
La risoluzione del fenomeno burnout dovrebbe essere affrontata sia a livello individuale che a livello organizzativo.
Riconoscere la sindrome del burnout non è così facile, spesso si tende a ricondurre il tutto come un problema dell’individuo e non del contesto lavorativo nel suo insieme. L’organizzazione che si assume la responsabilità di affrontare il burnout, può gestire il fenomeno garantendosi la produttività del personale nel tempo.
Pensi di avere un
problema di ansia?