Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fra tutti i disturbi e le malattie, la depressione è al quarto posto in termini di importanza per le sofferenze e la disabilità che provoca.
La depressione costituisce uno dei disturbi mentali maggiormente diffusi nella popolazione generale ed è presente a tutte le età.
La depressione è particolarmente frequente nei disoccupati, nelle donne che hanno appena partorito e che hanno difficoltà ad accudire il neonato o ad adattarsi al ruolo di mamme. In questi ultimi casi, si parla di depressione post-parto, un disturbo depressivo per cui esistono trattamenti psicologici specifici.
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Non è sempre facile definire dove finiscono la tristezza e la demoralizzazione e dove comincia la depressione, come vero e proprio disturbo clinico. I momenti di tristezza e la demoralizzazione, che nella vita sono inevitabili, sono meno gravi degli episodi depressivi.
I sintomi depressivi causano una profonda sofferenza nelle persone che ne sono interessate. Essi possono essere di intensità lieve o grave, possono durare per poco tempo o, al contrario, persistere a lungo, costituire una risposta a eventi esterni o qualcosa che viene da dentro. Quando la depressione è grave, può essere immobilizzante, ma anche quando è lieve impedisce comunque di godere della vita.
La depressione clinica, chiamata anche Depressione Maggiore, è uno stato in cui è presente un marcato e duraturo umore depresso o la perdita di interesse, insieme ad altri indicatori, quali difficoltà a dormire, scarso appetito, diminuita concentrazione e sentimenti d’impotenza e inutilità.
È possibile fare diagnosi di depressione solo quando alcuni di questi elementi sono presenti nello stesso momento, per almeno due settimane, e interferiscono significativamente con la capacità della persona di svolgere le attività quotidiane.
Le persone depresse tendono a valutarsi negativamente, solitamente si considerano inadeguate e indesiderabili, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in loro. L’ambiente esterno e le persone circostanti diventano una fonte di sofferenza e frustrazione, in grado di alimentare i pensieri di fallimento e insuccesso. Le persone depresse, quindi, si sentono isolate e sole e, con il loro comportamento evitante, confermano questa percezione.
I farmaci sono certamente indispensabili nelle forme depressive gravi. Al contrario, non è inizialmente raccomandato il loro uso nelle forme lievi e nel caso in cui all’origine del disturbo vi siano problemi psicosociali, che si possono affrontare e risolvere diversamente.
Nelle forme depressive lievi la cura considerata di prima scelta è rappresentata da interventi psicoterapici, in particolare quelli basati sulla terapia cognitiva-comportamentale.
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