Ci sono persone che dormono poco e persone che dormono troppo. Quando si parla di disturbi del sonno si è generalmente portati a pensare all’insonnia. Sebbene sia il disturbo più frequente, esistono altre patologie del sonno, ne è un esempio l’ipersonnia, che è la condizione opposta.
Se nell’insonnia si ha una riduzione del sonno, nell’ipersonnia si ha un aumento dello stesso associato alla tendenza ad addormentarsi anche in situazioni inappropriate. Tuttavia l’eccessiva sonnolenza diurna potrebbe essere il sintomo di altre condizioni mediche più serie che meritano un adeguato approfondimento clinico.
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L’insonnia è una condizione che si caratterizza per un’insoddisfazione relativa alla quantità o alla qualità del sonno, associata a uno o più sintomi:
In caso di insonnia gli episodi si verificano nonostante le adeguate condizioni per dormire.
Un’insonnia cronica, che duri da alcuni mesi, può portare ad una diminuzione del senso di benessere durante il giorno e determinare un deterioramento dell’umore e della motivazione, una diminuzione dell’attenzione, dell’energia e della concentrazione e un aumento della fatica e del malessere.
Una molteplicità di fattori possono contribuire a determinare l’insorgenza delle alterazioni del sonno.
Le cause sono quasi sempre di natura psicologica, ma prima di tutto è necessario andare dal medico curante ed escludere altre patologie organiche (ad esempio l’ipertiroidismo).
L‘insonnia può essere così invalidante quando si protrae nel corso del tempo da rendere necessario l’intervento.
Una corretta igiene del sonno è indubbiamente il primo passo, ma non sempre è sufficiente, soprattutto se il disturbo si è radicato nel corso del tempo.
Nella maggior parte dei casi risulta indispensabile modificare lo stile di vita e i comportamenti, che interferiscono con il sonno, perché una buona qualità del riposo riduce lo stress e i suoi effetti devastanti sul corpo e la mente.
Spesso adottare buone abitudini può aiutare più dei farmaci.
I problemi che caratterizzano l’insonnia possono essere legati a patologie organiche o a disturbi psicologici. A tal proposito è utile operare una distinzione tra insonnia secondaria e insonnia primaria.
Nell’insonnia secondaria il disturbo del sonno è associato ad una causa specifica:
Nell’insonnia primaria il disturbo del sonno non è associato ad una specifica causa. Le persone riportano un disagio psicologico che però non soddisfa i criteri per un disturbo d’ansia o dell’umore.
Dunque, nel caso dell’insonnia primaria il disagio psicologico rappresenta una conseguenza del disturbo del sonno, al contrario nell’insonnia secondaria è il disagio psicologico a provocare un disturbo del sonno.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelato un intervento particolarmente efficace in caso di disturbi del sonno.
Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno. L’intervento psicoterapeutico si realizza attraverso l’uso di specifiche tecniche e strategie atte ad interrompere il circolo vizioso da cui difficilmente la persona riesce ad uscire senza un valido aiuto professionale.
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Ogni caso di insonnia deve essere valutato e affrontato singolarmente: quindi solo il medico dopo aver esaminato il quadro generale del paziente può prescrivere la terapia più idonea, modulare il dosaggio ed eventualmente sospendere l’assunzione del farmaco in base al decorso clinico osservato.
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