L’emergenza Coronavirus e due mesi di “lockdown” hanno messo a dura prova la stabilità psicologica delle persone.
Questo virus ha avuto un impatto notevole sulla maggior parte delle persone, e lascerà un segno indelebile anche in chi non era propenso a preoccuparsi eccessivamente per le malattie e la salute. Quindi è probabile che una volta finita l’emergenza si assisterà ad un aumento di persone che svilupperanno dei timori ossessivi di contaminazione.
Un pensiero (es. aver toccato un oggetto) genera il timore ossessivo di essersi contaminati. I pensieri ossessivi sono ricorrenti, persistenti e sono vissuti come intrusivi e indesiderati dalla persona stessa (un esempio di tali pensieri è: “E se avessi toccato la maniglia della porta e mi fossi contagiato?”).
Il pensiero di essersi contaminati genera delle emozioni spiacevoli, che sono così intense da essere valutate come pericolose e intollerabili, e interminabili (Esempio: “Sono così spaventato, se continuo così impazzirò”).
La persona per tentare di annullare o ridurre queste spiacevoli emozioni (come la paura, l’ansia, il disgusto) mette in atto delle strategie, come lavaggi, evitamenti, cercare rassicurazioni, controllare; ad esempio le compulsioni più frequenti sono: “Mi lavo più volte le mani, prima con il sapone poi con il disinfettante; igienizzo e disinfetto più volte i pavimenti e le superfici degli oggetti; Chiedo continuamente ai familiari se posso aver contratto il virus; Controllo frequentemente su internet come si trasmette il virus”.
Quindi le compulsioni (lavaggi, controlli, etc), insieme agli evitamenti e la ricerca di rassicurazioni, sono le strategie messe in atto dalla persona stessa per gestire i pensieri ossessivi e le emozioni spiacevoli ad essi associate.
Le compulsioni hanno un effetto solo temporaneo, in quanto tranquillizzano la persona al momento, ma a lungo andare diventano il problema principale perché mantengono il disturbo ossessivo. Come?
Come facciamo a distinguere l’ansia funzionale dall’ansia patologica, di cui soffrono tutte le persone con il cosiddetto disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)?
Il timore ossessivo di contaminazione tipico del DOC si attiva anche nelle situazioni in cui non esiste un reale pericolo ed è persistente nonostante tutte le precauzioni adottate, tormentando la persona con dubbi ripetitivi del tipo “E se…?”, spingendo la persona a veri e propri rituali di lavaggio e disinfezione di se stessi e degli oggetti che superano di gran lunga le raccomandazioni della comunità scientifica.
Usare alcol, igienizzanti, disinfettanti, sapone e evitare tutto ciò che potrebbe essere contaminato diventano comportamenti estremi e non si esauriscono rapidamente, rendendo la vita un vero e proprio calvario, perché non si raggiungerà mai l’assoluta certezza di non essersi esposti al virus e quell’alone di incertezza diventa intollerabile.
NON CONTROLLARE CONTINUAMENTE LE NOTIZIE SULLO SVILUPPO DELLA PANDEMIA
È normale che ci si voglia aggiornare sulla diffusione del virus, ma devi cercare di ridurre il controllo compulsivo.
CONTROLLA IL DOC E NON LASCIARE CHE SIA IL DOC A CONTROLLARE TE
Riduci durata e frequenza dei controlli. Aggiornati sui dati e parlane con qualcuno al massimo cinque minuti al giorno. Durante la giornata cerca di concentrarti su interessi, cucina, giardinaggio, studio, lettura, film.
TIENI SOTTO CONTROLLO IL NUMERO E LA FREQUENZA DEI LAVAGGI
In questo periodo è utile lavarsi le mani per contrastare la diffusione del virus. Ma per te che soffri di DOC qualsiasi stimolo potrebbe portarti a eseguire lavaggi più frequenti rispetto al necessario.
PONI DEI LIMITI
Cerca di osservare le norme prescritte quando esci di casa (indossare sempre guanti e mascherina, porsi ad almeno un metro di distanza dagli altri, quando si rientra a casa lavarsi le mani). Ma cerca di attenerti alle norme per quello che sono, senza cadere negli eccessi, per cui un metro di distanza diventano tre metri, i lavaggi delle mani non devono essere troppo frequenti, specie se non si esce di casa, e neanche troppo lunghi (massimo 40 secondi), e non utilizzare prodotti troppo aggressivi. Per lavarti le mani segui le indicazioni riportate sul sito del Ministero della Salute; probabilmente la sensazione di contaminazione persisterà dopo aver eseguito la procedura consigliata, ma prova a tollerare le sensazioni e resisti all’impulso di ripetere il lavaggio. Sarà un esercizio molto utile!
SOSPENDI L’AUTOCRITICA
Cedere al timore ossessivo di contaminazione e alle compulsioni è più probabile in questo periodo. Avanzare giudizi negativi nei confronti di te stesso ha un effetto sulla tua autostima: “Non ci riuscirò mai”, “Sono debole”, “Pensavo di aver risolto il problema”. Colpevolizzarti e criticarti non fa che alimentare l’insicurezza in un momento in cui tutti siamo spaventati e ci sentiamo minacciati.
SII GENTILE CON TE STESSO
È normale in questo periodo osservare un peggioramento dei sintomi legati al timore ossessivo di contaminazione. È importante che tu faccia il possibile per tenere sotto controllo le compulsioni, ma se non ci riesci sempre non preoccuparti. Ci riproverai, non pretendere troppo da te stesso.
Se credi di non farcela da solo e hai bisogno di aiuto contatta uno specialista che conosca bene il problema. Se conosci già un terapeuta non esitare a contattarlo anche per una sola seduta.
Anche se sei spaventato e il timore ossessivo di contaminazione ha preso il sopravvento, considera che:
Pensi di avere un
problema di ansia?